Ho iniziato a creare distribuzioni live per Linux fin dal lontano 2004, e la prima di queste si chiamava Livix. Traeva origine da una distribuzione, chiamata Kanotix, a sua volta derivata da Debian 3.0 (woody). Non esistevano ancora, oppure io ne ignoravo l'esistenza, strumenti automatici di ricostruzione iso a partire da un sistema operativo installato; pertano il processo risultava abbastanza lungo e faticoso, ma comunque entusiasmante, bisognava: aprire il file iso della live, utilizzare chroot per apportare le modifiche al nuovo sistema, ricompattare il tutto e generare la nuova immagine iso. Non essendoci le macchine virtuali, era necessario poi masterizzare il CD live e provare, riavviando il computer, se le nuove modifiche avessero dato l'esito sperato. In caso contrario occorreva ricominciare tutto dall'inizio.
Dopo alcuni anni di modifiche, aggiornamenti e collaudi, che hanno incluso anche l'utilizzo di distribuzioni diverse da Debian, ho deciso di rinnovare il nome della mia distribuzione in ReLivix e di tornare ad usare Debian o sue derivate.
La distribuzione ReLivix 2019 ha le seguenti caratteristiche:
- E' costruita su Debian Stretch 9.6 con kernel 4.9.0-8-amd64.
- Ha un parallelismo di 64 bit per utilizzare a pieno le potenzialità degli attuali computer.
- Utilizza Cinnamon come desktop manager predefinito.
- Gestisce i seguenti file system: ext4, ext3, ext2, reiser3, reiser4, fat32, ntfs.
- Include alcuni pacchetti KDE: kolourpaint (grafica 2D), k3b (masterizzazione), ksnapshot, kcalc.
- Utilizza i Refracta-tools:
- Refracta-installer, installatore facile ed intuitivo.
- Refracta-snapshot per la produzione automatica dell'immagine iso-live del sistema correntemente installato.
- Refracta2usb per la generazione di chiavette usb avviabili (live con persistenza).
- Localizzazione italiana e inglese.
- Usa Firefox come browser predefinito.
- Ha già una serie di librerie orientate alla programmazione in C, C++, ASM, Python.
- Dispone di librerie grafiche: SDL, Allegro.
- E' già configurata per l'ambiente LAMP (Linux-Apache-Mysql-Php), con l'interfaccia grafica PhpMyAdmin, per lo sviluppo di applicazioni web.
- Riconosce la maggior parte di stampanti e scanner, Samsung incluso.
- Ha già in dotazione: CUPS (gestione stampanti da remoto), Xsane (Scanner), Tesseract (ocr), WebMin (gestione sistema da remoto).
- Ha VirtualBox preinstallato, basta solo configurare le proprie macchine virtuali.
- Aggiunta di utilities per la compattazione, driver preinstallati, e molto altro tra cui i ReLivix-tools descritti in seguito nel dettaglio.
Dopo svariate prove ho deciso di non scendere a compromessi con nessuna distribuzione derivata e di utilizzare, come base di partenza, direttamente una Debian (ramo stabile Stretch versione 9.6): debian-9.6.0-amd64-xfce-CD-1.iso, edizione 10-11-2018.
L'immagine può essere scaricata direttamente tramite il link precedente, oppure da linea di comando, in ambiente Linux, tramite il comando:
$ wget -c https://cdimage.debian.org/debian-cd/current/amd64/iso-cd/debian-9.6.0-amd64-xfce-CD-1.iso
Alla fine del download, tramite il comando:
$ md5sum debian-9.6.0-amd64-xfce-CD-1.iso
è opportuno verificare che la firma digitale sia corrispondente con quella presente nel sito Debian MD5SUM
682ad1554a2c3ddd772bc580d1272e7f
e conviene conservare il responso nel file 'debian-9.6.0-amd64-xfce-CD-1.iso.md5', tramite il comando:
$ md5sum debian-9.6.0-amd64-xfce-CD-1.iso > debian-9.6.0-amd64-xfce-CD-1.iso.md5
In ambiente Windows l'immagine iso si può scaricare direttamente sempre tramite il link precedente, riportato qui, per maggior comodità. Mentre la verifica della firma digitale può essere effettuata tramite l'applicazione gratuita WinMD5Free.
Una volta in possesso dell'immagine iso è possibile provarla ed usarla sia virtualmente, sia realmente.
Nel primo caso si potrà usare un ambiente come VirtualBox scaricabile gratuitamente per Linux e Windows.
Nel secondo caso sarà necessario disporre di un CD su cui masterizzare l'immagine o di una chiavetta USB dedicata su cui registrare l'immagine.
Per realizzare la chiavetta USB occorre seguire le procedure descritte di seguito.
La chiavetta utilizzata deve essere dedicata a questo solo scopo, gli eventuali dati presenti in essa verranno cancellati. Negli attuali sistemi Linux, la chiavetta USB, appena inserita, verrà mappata su un device con un nome del tipo /dev/sdX, dove X è una lettera nell'intervallo a-z. È possibile vedere su quale device è stata mappata la chiavetta USB (la lettera effettivamente assegnata al posto della X) usando, ad esempio, uno dei comandi:
# fdisk -l # df -h # lsblk
da eseguire prima e dopo l'inserimento della pendrive, per evitare di scambiare il dispositivo con altri già presenti nel sistema.
Per scrivere sulla chiavetta potrebbe essere necessario disattivare la protezione dalla scrittura.
L'immagine deve essere scritta sul device del disco e non su una sua partizione, cioè su /dev/sdX e non su /dev/sdX1.
Strumenti come unetbootin possono apportare modifiche all'immagine scritta.
Dopo essersi assicurati che la chiavetta non risulti montata eseguire, da amministratore, i 2 comandi:
# cp debian-9.6.0-amd64-xfce-CD-1.iso /dev/sdX # sync
Windows dispone di appositi tools per la creazione di chiavette USB avviabili. Tra questi ricordiamo: Unetbootin e Rufus.
Le istruzioni d'uso sono indicate nei relativi siti.
Se siete arrivati a questo punto vi trovate già disponibile un supporto affidabile, pronto per l'installazione del sistema Debian Base, o come CD o come chiavetta USB. Poichè il software caricato sul supporto è adatto per l'installazione su disco rigido, è ovvio che l'unico uso che se ne può fare è quello di costruire una macchina Linux reale.
Quindi occorre seguire i potenziali utenti su 2 percorsi distinti:
a) allenarsi prima su una macchina virtuale
b) allestire dopo una macchina reale dedicata a Linux
I più smaliziati avranno notato che non ho citato, adesso, la possibilità di affiancare sullo stesso computer su cui gira Windows anche la distribuzione Debian Base con cui costruire la ReLivix 2019. Ci sono, infatti, diverse motivazioni che mi hanno spinto a proporre il percorso b):
La platea dei potenziali utenti è molto differenziata, e chi è alle prime armi può, involontariamente, commettere degli errori sia nel partizionare il disco rigido, sia nell'impostare il doppio boot di avvio. Questo potrebbe creare oltre che delle frustrazioni iniziali anche dei danni irreversibili al sistema ospite, fatti di cui io non intendo assumermi alcuna responsabilità.
A differenza di un tempo, oggi è abbastanza frequente ritrovarsi in casa un vecchio computer ancora funzionante. Se questo soddisfa i requisiti minimi di sistema, citati più avanti, potrà benissimo essere destinato a divenire una macchina Linux da allenamento. Il tutto o a costo zero o a costo minimo, qualora dovesse essere necessario, ad esempio, aggiungere/sostituire la scheda di rete o un video più moderno.
L'immagine iso che è stata scaricata, con le modalità descritte nel paragrafo precedente, serve esclusivamente per potere essere installata su un computer reale o virtuale, e questo sarà l'asse portante che verrà sviluppato nel seguito di questo documento.
Ma chi ha voglia di vedere in anticipo come si presenta un ambiente Linux può seguire un semplice percorso, chiamato Live, consistente nello scaricare un'apposita immagine iso che, masterizzata su DVD o trascritta su chiavetta USB, permette di avviare il sistema operativo, senza installare nulla sul proprio computer (evitando così di correre rischi inutili), per usarlo e valutarne le caratteristiche.
Per questo impiego è più soddisfacente, come supporto, l'utilizzo di una chiavetta USB, specialmente se dotata di un'alta velocità di lettura.
Con un procedimento simile al precedente occorre scaricare una immagine iso Debian Live (ramo stabile Stretch versione 9.6): debian-live-9.6.0-amd64-xfce.iso, edizione 10-11-2018.
Alla fine del download è opportuno verificare, con le stesse modalità viste nel paragrafo precedente, che la firma digitale sia corrispondente con quella presente nel sito Debian MD5SUM e riportata, qui di seguito, per maggior comodità:
081c8b23a5ace6143198ede4e8fa03df
L'hardware richiesto per installare Debian 9 è assolutamente minimo rispetto alle caratteristiche dei computer odierni:
Processore | Pentium 4 con clock a 1 GHz |
Memoria RAM | 512 MB |
Disco rigido | 10 GB |
Dispositivo di installazione | USB oppure DVD |
Un sistema più performante rispetto a quello indicato nei requisiti minimi potrebbe essere il seguente:
Processore | Core 2 duo con clock a 2 GHz |
Memoria RAM | 1 GB |
Disco rigido | 120 GB |
I link seguenti sono riportati solo per eventuali approfondimenti.